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BORIS BECKER CONDANNATO A 2 ANNI E MEZZO, ...e altri tennisti finiti nei guai con la giustizia

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CAT_IMG Posted on 30/4/2022, 14:07     +1   -1
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Il 29 aprile 2022 è una giornata piuttosto cupa per il mondo del tennis e per lo sport in generale. Il sei volte campione Slam ed ex numero 1 del mondo Boris Becker è stato condannato a due anni e mezzo di reclusione dalla Southwark Crown Court di Londra. Sconterà almeno metà della pena.

Becker a inizio aprile era stato ritenuto colpevole dallo stesso tribunale di quattro capi d’accusa nel processo per bancarotta fraudolenta. Nel dettaglio, queste accuse riguardano violazioni dell’Insolvency Act del 1986. Se da un lato è stato assolto per altre 20 accuse (tra queste anche il non aver consegnato i trofei della sua carriera da tennista, inclusi quelli di Wimbledon), Becker è colpevole di aver nascosto beni per oltre 2 milioni e mezzo di sterline. Inoltre, ha nascosto debiti pari a 825.000 sterline, non ha dichiarato una sua proprietà in Germania (oltre 1 milione di sterline) e ha trasferito 390.000 sterline dal suo conto aziendale in seguito all’annuncio di bancarotta nel 2017. Inoltre la corte ha constatato anche l’acquisizione di 1 milione e 100 mila sterline date da un prestito dei suoi creditori. Citando l’esperto giornalista giudiziario Tristan Kirk, visto l’ammontare di denaro e ciò di cui era accusato, la detenzione era inevitabile.

L’ex tennista e allenatore di Novak Djokovic si era presentato in mattinata al tribunale indossando un capo d’abbigliamento carico di significato: la cravatta del torneo di Wimbledon, con i classici colori verde e viola. Colori del torneo in cui è nata la sua stella, nel 1985, ad appena 17 anni, quando vinse il suo primo Slam. Con quei colori indosso ha purtroppo per lui raggiunto anche il punto più basso.

Il suo avvocato Jonathan Laidlaw ha provato a forzare una pena con la condizionale. Tra i punti portati all’attenzione del giudice c’è la constatazione che l’ex tennista sia ritenuto colpevole “solamente” di 4 capi d’accusa su 24 e che il suo livello di colpevolezza fosse inferiore rispetto a quanto sostenuto dall’accusa. “Non ha letteralmente nulla e non c’è nulla da mostrare per quella che è stata la più brillante delle carriere sportive. Che termini come niente di meno che una tragedia”. Queste le sue parole. Ha continuato l’arringa, parlando di ciò che sarà di Becker dopo il periodo di detenzione: “Il processo ha distrutto la sua carriera interamente e rimosso qualsiasi prospettiva futura per lui di guadagnare un reddito. La sua reputazione, parte essenziale del brand che gli dà lavoro, è in frantumi”.

Prima che il giudice tornasse con la sentenza definitiva, Laidlaw ha inoltre detto che “la sua caduta non è semplicemente una caduta dalla grazia ed è pari alla più grande delle umiliazioni pubbliche per questo uomo”. Le parole del giudice rivolte allo stesso Boris Becker, in riferimento anche a ciò che ha detto il suo avvocato, hanno chiuso definitivamente e laconicamente il caso: “Capisco l’umiliazione che ha sentito, ma non ha mostrato alcuna umiltà”.

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Il sei volte campione Slam (di cui tre titoli a Wimbledon) Boris Becker è finito in carcere nel pomeriggio di venerdì 29 aprile con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Presso il tribunale di Southwark, a Londra, il giudice Deborah Taylor lo ha condannato a due anni e mezzo di reclusione: per almeno metà (15 mesi) Becker dovrà stare in prigione, per poi passare ai domiciliari. I media inglesi che hanno assistito al momento della sentenza, hanno descritto l’ex campione del tennis di fronte al giudice: rosso in volto, espressione provata nonché imbarazzata. Secondo il loro racconto, Becker prima di lasciare il tribunale ed essere diretto in prigione, ha ricevuto un bacio da lontano dalla sua fidanzata, Lilian de Carvalho Monteiro (che l’aveva accompagnato in tribunale) e ha preso con sé una borsa Puma che conteneva dei vestiti per la notte. Si è consumato così il momento più basso della vita di uno dei tennisti più acclamati e apprezzati – nonché vincenti – della storia.

Come sottolineato, il fatto che Becker si fosse presentato a processo con la cravatta di Wimbledon è molto significativo. Aveva indosso i colori del luogo in cui la sua carriera è esplosa, a soli 17 anni, quando nel 1985 vinse il trofeo e divenne il più giovane tennista di sempre a laurearsi campione Slam (record battuto poi da Chang, 4 anni dopo). Portando con sé quegli stessi colori, verde e viola, ha toccato il fondo.

Sicuramente il rumore creato dalla condanna a Boris Becker è inarrivabile nell’universo tennistico, per via della fama del personaggio, che ha segnato un’epoca tennistica e sportiva. Tuttavia, non è certamente l’unico tennista finito in tribunale per errori commessi. Qui di seguito ne stiliamo un elenco non esaustivo.

TILDEN E LO SCANDALO SESSUALE – Con 10 titoli Slam conquistati in singolare tra il 1920 e il 1930, Bill Tilden è stato uno dei giocatori più vincenti del tennis pre-Era Open. Avendo tra i suoi più grandi rivali Ellsworth Vines, Don Budge, Fred Perry e Jack Kramer, lo statunitense è stato da molti considerato per un certo periodo il tennista più forte dell’epoca. Oltre ai 10 titoli Major in singolare, 7 all’US Open e 3 a Wimbledon (primo americano a vincere il torneo), tra il 1920 e il 1926 ha conquistato insieme al team USA ben 7 titoli Davis consecutivi, un record che ancora resiste.

La carriera e la vita di “Big Bill” vennero completamente devastate nel novembre 1946, quando venne arrestato con l’accusa di aver avuto un rapporto sessuale con un ragazzo 14enne. Tilden – che si era dichiarato in passato omosessuale – rifiutò di dichiararsi non colpevole, mentre i genitori del ragazzo non volevano che confessasse. Però al processo, nel 1947, Tilden mentì al giudice A. A. Scott, dicendo che prima di allora non si era mai trovato in una situazione del genere, nonostante sia il giudice, sia chi conosceva la sua figura sapeva che quella non fosse la verità. Finì dunque in carcere, condannato a un anno. Uscì dopo 7 mesi e mezzo, ma nel 1949 ci fu un altro episodio. Venne di nuovo arrestato per molestie a un 16enne autostoppista e restò altri 10 mesi in carcere. Viene riportato che dopo il suo rilascio, un sondaggio dell’Associated Press lo premiò come miglior tennista della prima metà del Novecento. Tilden morì a causa di un infarto nel 1953. Ma fu comunque inserito nella Hall of Fame del tennis, nello stesso anno.

ARANTXA E I PROBLEMI COL FISCO – Con quattro tornei Slam conquistati e la prima posizione nel ranking mondiale conquistata nel 1995, Arantxa Sanchez Vicario ha portato in alto il tennis spagnolo a livello femminile. Vincendo al Roland Garros nel 1989 (in finale su Steffi Graf) a 17 anni divenne la più giovane tennista a conquistare un trofeo Major, così come accadde a Becker nell’85 a Wimbledon (il record fu battuto da Monica Seles l’anno dopo).

Le analogie con il campione tedesco non si fermano però alle imprese sui campi da tennis. Stando agli aggiornamenti di qualche mese fa, Arantxa Sanchez rischierebbe fino a quattro anni di carcere per frode, insieme al suo ex-compagno Josep Santancana. La vicenda risale al lontano 2009, quando la Corte Suprema spagnola la condannò a pagare 5,2 milioni di euro per evasione fiscale. Arantxa ottenne i soldi dovuti attraverso un finanziamento garantito dalla Banca del Lussemburgo, ma questo esoso debito non venne mai ripagato. Infatti avrebbe spostato i suoi beni in modo da non restituire il denaro, agendo sotto consiglio del suo ex-compagno. Nel 2018 è stato riportato che il debito con la Banca del Lussemburgo è cresciuto fino a 7,5 milioni, una cifra che ha portato la Banca stessa a prendere provvedimenti legali, peraltro dopo che nel corso degli anni il padre di Arantxa, Emilio, e suo fratello Javier l’avevano già alleggerita di quasi 60 milioni di euro.

ROSCOE TANNER NE HA FATTE DI TUTTI I COLORI – Roscoe Tanner, statunitense classe 1951, perse in finale da Bjorn Borg a Wimbledon nel 1979 e arrivò ad essere numero 4 del mondo. Fuori dal campo, non è stato altrettanto bravo. Da quando si è ritirato, nel 1984 all’età di 33 anni, ne ha fatte di tutti i colori. Nel 2015, ad esempio, fu arrestato a St. Lucie County, Florida, per aver guidato con una patente falsa. Ma la lista di precedenti è lunga per un uomo che di serenità ne ha avuta ben poca. Si è sempre proclamato innocente tranne nel caso del mancato mantenimento dei figli, cui ha ammesso le sue colpe ed ottenuto per questo motivo una sentenza di libertà vigilata. Il caso risale al 1997, quando fu arrestato per non aver pagato gli alimenti a Connie Romano, una prostituta che ha lasciato incinta dopo una notte di sesso al Waldorf Hotel di New York che si era concesso per aver vinto un torneo senior in doppio. Tanner ha avuto cinque figli da quattro donne diverse e questo ha contribuito a creargli un mare di problemi economici e guai con la giustizia relativamente al tema degli alimenti da pagare. E così iniziano a mancare i soldi e si arriva al secondo arresto, quello del 2003 in Germania, legato a una storia di assegni a vuoto: con uno aveva cercato di pagare in un bordello, con un altro di pagare una barca su cui ha acceso un mutuo. Gli concedono la libertà vigilata, che viola tornando con una condanna di due anni nel Florida Department of Corrections. Un anno dopo viene rilasciato per buona condotta, ma viene arrestato ancora nel maggio del 2008, a Knoxville, Tennessee, nel tentativo di pagare due Toyota Highlanders con altrettanti assegni a vuoto per un totale di 72 mila dollari. Le accuse vengono ritirate quando una delle due auto viene ritrovata e Tanner si accorda per una multa da 5 mila dollari, ma viene fermato ancora, sempre per emissione di assegni falsi, nel gennaio del 2012.

BOB HEWITT E UN BRUTTO CASO – Meno nota, ma ugualmente rilevante, è la vicenda dell’ex tennista Bob Hewitt. Ora 82enne, Hewitt nella sua carriera a cavallo tra anni Sessanta e anni Settanta non ha mai conquistato un trofeo Slam in singolare, ma in compenso ha trionfato ben 9 volte in doppio a livello Major (54 i titoli complessivi in doppio nella sua carriera). Inoltre ha avuto successo anche nel misto: nel 1970 ha vinto all’Open di Francia insieme a Billie Jean King.

Nel 2015 Hewitt è stato condannato dal tribunale di Johannesburg a sei anni di carcere per stupro (la sentenza ne prevedeva otto, con due di condono). L’allora 75enne era accusato di due stupri e di un caso di violenza sessuale, dalle quali si è dichiarato innocente. I fatti risalgono agli anni ’80/’90, quando Hewitt era maestro di tennis, prima che venisse ingaggiato dalla FIT per allenare l’allora miglior speranza italiana, il campione del mondo junior Andrea Gaudenzi. Le accusatrici sono tre sue allieve: una di queste, Suellen Sheehan, ha dichiarato che ci sono con tutta probabilità altre vittime dell’ex tennista sudafricano che hanno scelto di non uscire allo scoperto. In seguito a queste accuse, che circolavano dal 2011, Hewitt è stato radiato dalla Hall of Fame nel 2012.

CAPRIATI E LA DROGA – Un’altra stella del tennis che è finita sulle pagine di cronaca per via delle sue vicende extra-campo è l’americana Jennifer Capriati. Si trattò di una delle tenniste più precoci (già a 13 anni entrò nel professionismo), capace di sfondare il muro della top 10 ad appena 14 anni, vincere tre tornei dello Slam (due Australian Open e un French Open), vincere un oro olimpico a 16 anni battendo in finale Steffi Graf e raggiungere la prima posizione mondiale nel ranking.

Nonostante questi successi, resta una delle tenniste più controverse e la sua carriera venne spezzata a metà da alcuni episodi critici con la giustizia. Nel 1994 venne infatti arrestata per taccheggio e possesso di marijuana. Dopo essere stata rilasciata, entrò addirittura in un centro di riabilitazione per problemi con alcol e droga. Riuscì a combattere la sua dipendenza e quando tornò in campo vinse i tre Slam sopra citati.

BASILASHVILI, CONTROVERSO EPISODIO DOMESTICO – Un fatto più recente riguarda il tennista georgiano Nikoloz Basilashvili, finalista al Masters 1000 di Indian Wells 2021 e attuale numero 19 delle classifiche ATP. Basilashvili nel 2020 è stato arrestato per violenza domestica verso la sua ex-moglie Neli Dorokashvili. Il tennista è stato poi rilasciato, previo pagamento di una cauzione pari a circa 29.000 euro. Sia Basilashvili che la sua famiglia hanno sempre negato fortemente l’accaduto, ma sta di fatto che per diversi mesi la carriera (e l’opinione) del georgiano ne è risultata profondamente intaccata, prima di tornare però a un livello discreto nel 2021.

TOMIC E UNA FESTA… ESAGERATA – E parlando di giocatori controversi, non poteva non esserci anche il nome di Bernard Tomic. L’australiano, considerato una promessa del tennis con un futuro straordinario davanti, si è perso dopo qualche buon risultato nella prima metà dello scorso decennio e ora non riesce più a risalire la classifica per poter tornare a essere protagonista. Nel luglio del 2016 Tomic è stato arrestato in seguito a una grossa festa da lui organizzata a South Beach, Miami, che creò disturbo notturno nel quartiere. Al tempo Tomic aveva 22 anni e giocava da numero 25 del mondo, una posizione più che dignitosa. Venne liberato solo dopo il pagamento di una cauzione di 2000 dollari e un paio di giorni dopo si scusò per le sue azioni.
 
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CAT_IMG Posted on 3/5/2022, 14:07     +1   -1
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La notizia della condanna di Boris Becker ha fatto il giro del mondo e ora torna con l’aggiornamento sul luogo di detenzione dove è stato al momento condotto. Descritta come “fatiscente, sovraffollata e infestata dai topi”, la prigione di Wandsworth si trova a una decina di minuti di macchina da quei campi di Wimbledon dove l’ex campione tedesco ha trionfato tre volte, la prima nel 1985 da diciassettenne. Dall’età delle vittorie all’età vittoriana, trattandosi di edificio (il carcere) costruito 170 anni fa. La struttura detentiva appartiene alla categoria B, in una classificazione dove A significa “di massima sicurezza” e D minima.

Ai sensi della Legge Fallimentare britannica, Becker è stato condannato a una pena di due anni e mezzo per il primo dei quattro capi d’accusa di cui è stato riconosciuto colpevole (in sintesi, “il fallito è colpevole di un reato se distrae qualsiasi bene che avrebbe dovuto consegnare al curatore”). Per gli altri tre capi d’accusa, il giudice Deborah Taylor era partita da una base di diciotto mesi per ognuno, decretando poi in relazione a essi sentenze concorrenti, con l’effetto di cucirgli addosso una sentenza appunto di 2 anni e 6 mesi. L’effetto è che Boris sconterà in carcere metà della pena per poi essere rilasciato in libertà vigilata soggetto alle cosiddette “license conditions”, prescrizioni normalmente individuate nella buona condotta, rimanere in contatto con l’ufficiale addetto alla sorveglianza, risiedere permanentemente a un indirizzo e nel divieto di lasciare il Regno Unito senza apposito permesso. Ma torniamo alla prigione di Wandsworth.

Sul sito governativo dell’Ispettorato della Giustizia, apprendiamo da un report dello scorso settembre che il 91% dei detenuti disponeva di meno di due ore al giorno fuori dalla propria cella, a volte solo 5 minuti. Alcuni prigionieri hanno dichiarato di non poter uscire all’aria aperta per giorni se non per settimane. Inadeguati sono anche risultati l’accesso all’esercizio fisico e all’istruzione, o a un’attività lavorativa rilevante. Inoltre, a dispetto della diminuzione della popolazione del carcere a 1.364 unità, si legge nel rapporto, Wandsworth è rimasta una delle più sovraffollate prigioni di Inghilterra e Galles, con quasi tre quarti dei prigionieri che in due occupano una cella progettata per uno.

In aumento la violenza contro altri detenuti e lo staff, con le guardie che spesso non attivano le telecamere indossate sull’uniforme così da evitare ripercussioni; 1.398 incidenti negli ultimi mesi che riguardano l’uso della forza, un numero sorprendentemente alto considerato il pochissimo tempo trascorso fuori dalle celle. Ratti, topi e piccioni che infestano, celle e pianerottoli in cattivo stato, alcune docce orrende. Rispetto alla precedente ispezione ci sono stati anche notevoli miglioramenti: visite e videochiamate hanno luogo in una struttura eccellente con i muri decorati dagli stessi detenuti. E anche l’accoglienza è buona, con celle per la prima notte pulite; se non sempre c’è la possibilità per i nuovi arrivati di farsi una doccia il giorno stesso, la loro sicurezza è garantita. Il cibo non è male seconda buona parte degli intervistati, ma la cena, servita in cella, è trasportata in contenitori termici sudici.

In sintesi, sovraffollamento, violenza, sporcizia, topi: quello che ci si aspetta da una prigione e tuttavia come non dovrebbe assolutamente essere, che ci mettano dentro un famoso ex tennista o meno. Un po’ come l’hotel australiano dove in gennaio Novak Djokovic ha atteso la chiusura del suo iter giudiziario – non era un paradiso fino al giorno prima nè è diventato all’improvviso un posto indegno, ma di certo è tornato nell’oblio generale una volta che la star di turno ha fatto i bagagli. Lasciamo però i commenti a un altro dei Fab 4, Andy Murray che, riporta la stampa britannica, non prova molta compassione per il cinquantaquattrenne di Leimen: “Ha infranto la legge e, se lo fai, non penso che dovresti ricevere un trattamento speciale per via di chi sei o per quello che hai realizzato. Mi dispiace che sia in quella situazione, ma mi dispiace anche per le persone che ha colpito con le sue decisioni e per quello che è successo loro”. E aggiunge, “spero che stia bene e che impari dai suoi errori, ma non provo particolari sentimenti al riguardo”.

La domanda, tuttavia, è cosa ci faccia in un carcere di categoria B una persona riconosciuta colpevole di quattro capi d’accusa relativi all’Insolvency Act, un luogo che per alcuni mesi ha ospitato nientemeno che… Oscar Wilde (sì, essere lui era reato all’epoca). A fornirci la risposa è il tabloid britannico Daily Mail che, citando alcune fonti all’interno di “Wanno”, scrive che Becker vi trascorrerà probabilmente una quindicina di giorni prima di essere trasferito in una struttura di categoria C, vale a dire per detenuti meno pericolosi. Intanto, Becker sosterrà un colloquio per valutare il rischio di suicidio (ce ne sono stati nove dalla precedente ispezione del 2018) e trascorrerà le prime tre notti nell’Ala E come ogni nuovo arrivo.

Era stato un ex detenuto, Chris Atkins, a rivelare la brutale realtà di Wandsworth in un libro, riprodotto a puntate dal Mail on Sunday. Condannato a cinque anni per frode fiscale, Atkins scrive occasionalmente per il Guardian ed è apprezzato autore di documentari. Secondo la sua esperienza, “Becker sarà terrorizzato”. Ma aggiunge che, “pur essendo un luogo violento, non è così pericoloso se voli basso e non vieni coinvolto in droga o debiti”. Addirittura, dice che “lo sport è molto importante sia per i detenuti sia per le guardie. Tutti lo vedranno un po’ come un eroe e probabilmente sarà inondato da richieste di autografi”.

Lo scenario migliore prevede quindi tenere a bada i fan per un paio di settimane, essere trasferito in una prigione meno dura e, stando ad altri tabloid britannici, tra cui il Mirror, diventare preparatore atletico dei detenuti, oltre che una riduzione della pena detentiva a dieci mesi, trascorrendo il resto con un braccialetto elettronico. Chi vuole bene a “Bum Bum” non potrà che augurargli un’evoluzione del suo prossimo futuro simile a quella del presente articolo, passato dall’iniziale studio di leggi, sentenze e report alla conclusione sfogliando i tabloid.
 
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CAT_IMG Posted on 7/5/2022, 19:30     +1   -1
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Si intravedono brutte beghe all’orizzonte per l’ex numero 1 del mondo Boris Becker. L’ex campione tedesco ─ vincitore di sei tornei dello Slam ─ il 29 aprile scorso è stato condannato a una pena di 30 mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta dal giudice di Southwark Deborah Taylor, ma i guai per lui sembrano non essere qui. Becker, infatti, ora rischierebbe addirittura l’espulsione dal Regno Unito. Il provvedimento si presume dalle parole del Ministero dell’Interno britannico in merito, che anche senza citare il nome di Boris Becker ci ha tenuto a precisare che “qualsiasi cittadino straniero condannato per un reato e condannato a una pena detentiva è preso in considerazione per l’espulsione il prima possibile”.

Rischio che cresce ulteriormente per l’ex campione di Leimen in quanto dopo l'attuazione della Brexit, il 31 dicembre 2020, la legge sull'immigrazione per i cittadini dell'Unione Europea è diventata più rigorosa e i reati contestati a Becker sono continuati anche dopo quella data, versione confermata anche dall’avvocato dell’immigrazione Colin Yeo al Guardian. Dal canto suo, tuttavia, il tre volte vincitore di Wimbledon potrebbe appellarsi al provvedimento di espulsione e ‘scamparla’ con un esborso di circa 30mila sterline per le spese legali.

Lo scorso 21 marzo è iniziato il processo contro Boris Becker. Un processo che lo ha definitivamente condannato a due anni e mezzo di carcere. Becker rischiava in realtà fino a sette anni di carcere, ma alla fine il giudice di Southwark ha deciso di infliggere al tedesco 30 mesi di reclusione. L’ex numero 1 del mondo sconterà metà della pena in carcere e il restante periodo di detenzione in regime di semilibertà. “È da notare come lei non abbia ammesso la sua colpa e nemmeno mostrato rimorso” , ha sottolineato il giudice Deborah Taylor nel corso della sentenza. “C’è stata da parte sua una totale mancanza di umiltà”.

In tutto sono quattro, su 24 totali, le imputazioni legate alla vicenda per il quale è stato condannato. Becker, che si è sempre dichiarato innocente, aveva affidato la sua reazione alle accuse al proprio account Twitter negli scorsi anni. “Innocente fino a prova contraria! Nego le accuse contro di me e mi difenderò con tutti i mezzi legali” , aveva commentato l’ex tennista teutonico. “Credo nel sistema legale del Regno Unito e nei suoi agenti. Il mio team di avvocati dimostrerà la mia innocenza” .
 
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CAT_IMG Posted on 17/11/2022, 16:17     +1   -1
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Era il 29 aprile scorso, quando la vita di Boris Becker, ancora una volta, cambiò decisamente direzione, ma non certo verso una strada positiva. Infatti, l’ex n.1 al mondo veniva condannato dalla corte inglese a due anni e mezzo per bancarotta fraudolenta, e almeno metà della pena avrebbe dovuto scontarla in prigione, dove tra l’altro tuttora risiede, e per la precisione all’HMP Huntercomb di Oxon. Si sono susseguiti, negli ultimi mesi, aggiornamenti sulla vita da carcerato dal tedesco, dalle lamentele sul carcere fatiscente, al suo tentativo di condurre comunque una vita sana. Ma, improvvisamente, un fulmine a ciel sereno che potrebbe far tornare il sorriso a Becker: è infatti notizia degli ultimi giorni, come riportato da alcuni notiziari e quotidiani inglesi (tra cui The Sun) che già a dicembre, dopo soli otto mesi di detenzione, potrebbe uscire di galera e ricongiungersi ai suoi cari per Natale.

E se ciò avvenisse il tedesco avrà passato meno di metà della condanna in galera; questo beneficiando di uno stratagemma dedicato ai detenuti stranieri per ridurre il sovraffollamento nelle prigioni britanniche, che consente “a qualsiasi cittadino straniero che sta scontando una pena fissa ed è eleggibile per l’espatrio dal Regno Unito, di venir allontanato dal carcere ed espulso, fino a 12 mesi prima dal momento di rilascio dalla pena“. E in caso il detenuto accetti questo trasferimento, gli saranno anche detratti 135 giorni dalla pena totale, un altro affare per Becker, che pur vivendo da anni in Inghilterra, ha in Germania gli affetti, la ricongiunzione con i quali appare ormai prossima, grazie a questo regime di rilascio rapido.
 
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CAT_IMG Posted on 7/12/2022, 14:16     +1   -1
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La prossima settimana Boris Becker dovrebbe essere ricondotto in Germania. Secondo quanto si apprende dal tabloid inglese Daily Mirror, dopo circa otto mesi di carcere il tre volte campione di Wimbledon potrebbe tornare nel suo paese natale. Nonostante una condanna di due anni e mezzo, che sta scontando dallo scorso aprile, il 55enne teutonico potrebbe tornare in libertà.

Questa situazione nasce dal fatto che Becker, se certe condizioni verranno soddisfatte, potrebbe beneficiare di uno sconto della pena in quanto cittadino straniero con lo schema fast-track. Lui infatti, sebbene vivesse nel Regno Unito da dieci anni, non ha mai preso la cittadinanza britannica. Di conseguenza, rimane a tutti gli effetti un cittadino tedesco e, grazie a questa legge – voluta dal governo britannico per risparmiare denaro e ridurre la pressione sulle carceri – potrà tornare in Germania e scontare in libertà il restante tempo della pena, venendo impossibilitato a fare ritorno nel Regno Unito fino a quando questa non sarà terminata. Uno sconto della pena di cui hanno già beneficiato 1.136 detenuti stranieri lo scorso anno.

Sempre il Daily Mirror, nei giorni scorsi, riferiva di come la Federazione Tennis tedesca avesse detto a Becker che, una volta liberato, avrebbe potuto scegliere il lavoro che avesse preferito. Detenuto per bancarotta fraudolenta nel carcere di Huntercombe, ad Oxfordshire, per il vincitore di sei titoli del Grande Slam la prossima settimana potrebbe dunque riservargli una svolta importante.
 
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CAT_IMG Posted on 16/12/2022, 14:37     +1   -1
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Dopo aver trascorso oltre otto mesi nel carcere di Huntercombe, nell’Oxfordshire in Gran Bretagna, Boris Becker è stato ufficialmente rilasciato. Già da diversi giorni si aspettava la notizia che l’ex campione di tennis, accusato di bancarotta fraudolenta, venisse rilasciato per essere estradato in Germania. Oggi i media britannici hanno confermato che Becker può tornare a casa grazie a uno schema fast-track previsto per i cittadini stranieri. Il 55enne teutonico non ha infatti scontato l’intera pena prevista di due anni e mezzo di prigione dopo esser stato giudicato colpevole dalla Southwark Crown Court l’8 aprile, ma solamente otto mesi. Non essendo Becker un cittadino britannico e avendo soddisfatto le condizioni necessarie, il 6 volte campione slam, di cui tre volte vincitore a Wimbledon, può tornare in Germania con il divieto di rientrare nel Regno Unito finché non sarà trascorso tutto il tempo reale della condanna. Ai sensi dell’Insolvency Act, l’ex tennista tedesco avrebbe occultato in maniera disonesta e nascosto al fisco i beni e le attività del suo patrimonio: medaglie, trofei (tra cui la coppa vinta nel 1985 a Wimbledon), al pari di diverse proprietà immobiliari e attività imprenditoriali tra la Germania e il Regno Unito, e circa 1,3 milioni di euro in asset.
 
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CAT_IMG Posted on 17/12/2022, 14:45     +1   -1
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Il nostro cliente è stato rilasciato dalla custodia in Inghilterra ed è partito oggi per la Germania” aveva confermato giovedì pomeriggio l’avvocato Christian-Oliver Moser. “Ha scontato la pena e non è soggetto ad alcuna restrizione penale in Germania”. È finita così la detenzione di Boris Becker nel carcere di Huntercombe, struttura penitenziaria dal livello di sicurezza inferiore rispetto a quella che lo aveva inizialmente ospitato, Wandsworth. Boris è quindi libero grazie a una “corsia preferenziale” che prevede l’espulsione dal Regno Unito per chi, con una condanna di oltre un anno, non ha la cittadinanza britannica. Una norma che mira ad alleggerire il sovraffollamento delle carceri di Sua Maestà, con oltre mille detenuti espulsi lo scorso anno.

LA CONDANNA – “Il fallito è colpevole di un reato se distrae qualsiasi bene che avrebbe dovuto consegnare al curatore”: a questa fattispecie era riconducibile uno dei quattro capi d’imputazione di cui il nostro protagonista era stato riconosciuto colpevole e quello che ha portato alla condanna a due anni e mezzo (“sentenze concorrenti” per gli altri tre che dunque non hanno contribuito ad una pena maggiore), di cui metà da trascorrere effettivamente in carcere. Alla fine, il periodo di detenzione non è arrivato neanche a otto mesi che, ci ha spiegato un esperto in materia, sono comunque circa otto mesi in più di quelli che avrebbe trascorso in carcere in Italia per la stessa pena. Da un improbabile punto di vista, possiamo dire che da noi il condannato non avrebbe quindi la possibilità, come ha invece fatto Becker secondo il tabloid Bild, di prendersi personalmente cura di alcuni prigionieri che non parlavano inglese, offrendo loro anche dei vestiti e fornendo i servizi di un mental coach.

VOLA DALLA MAMMA – Nonostante la notizia del possibile rilascio fosse trapelata già da alcuni giorni e Boris fosse stato avvisato dell’effettiva scarcerazione il giorno precedente – senza ovviamente poter avvertire gli altri detenuti, cosa che probabilmente non sarebbe tra le più furbe –, una comprensibile fretta di andarsene ha fatto sì che lasciasse tutte le sue cose personali in cella. Per fortuna, gli saranno spedite a casa. Casa dove non è arrivato direttamente perché, secondo L’Equipe, il jet privato sul quale viaggiava diretto a Monaco di Baviera è invece atterrato a Stoccarda a causa delle avverse condizioni climatiche. Cambio di rotta provvidenziale perché, spiega ancora il quotidiano francese, Boris ha potuto così evitare la folla di giornalisti in attesa, mentre all’aeroporto di Stoccarda, peraltro più vicino alla natia Leimen, è svicolato senza che nessuno si accorgesse della sua presenza. La giornata dei media tedeschi è comunque trascorsa in una sorta di toto-città, nel senso che si cercavano indizi sulla effettiva destinazione – le citate Monaco e Stoccarda insieme a Francoforte le più gettonate. In ogni caso, giovedì all’ora di cena il prodigo Boris era a casa da mamma Elvira. “Questo è il più bel regalo natalizio in cui potessi sperare” ella aveva detto a proposito della notizia del rilascio, stando a quanto riporta The Sun. Secondo un amico di famiglia, “Elvira era preoccupata perché non sapeva quando avrebbe potuto rivederlo, quindi questa è una gran cosa per lei, specialmente vista la sua età”.

COMPENSO SPECIALE – Ma torniamo al jet privato, non il mezzo di trasporto che ti aspetti quando un detenuto esce di prigione. Forse, però, è perché la nostra conoscenza di queste situazioni è (per fortuna) limitata alla scena in cui Elwood Blues attende il fratello Jake fuori dal carcere su una vecchia auto della polizia comprata a un’asta, anche se neanche quella potrebbe essere la normalità. A ogni modo, il jet gli sarebbe stato messo a disposizione da un amico secondo alcune fonti, mentre secondo altre come The Sun sarebbe stato pagato da un’emittente televisiva che avrebbe anche concordato una somma a sei cifre per un’intervista. Comunque sia, SAT.1 ha già annunciato lo Spezial con Becker per martedì 20 alle 20.15 in TV e in streaming. Secondo Bild, il compenso sarebbe di 450.000 sterline, circa 516.000 euro. Il numero di cifre corrisponde.

TROPPI IMPEGNI, UN’IMPRESA – Non solo apparizioni televisive, però: si parla anche di un documentario di produzione britannica e di un libro. Mentre non è terminata la vicenda legata al fallimento di Boris che, per questo, non può dirigere una società, secondo il settimanale Bunte la fidanzata Lilian de Carvalho avrebbe fondato la BFB Enterprise (BFB come Boris Franz Becker).

COSE SERIE – Boris non può neanche rimettere piede nel Regno Unito (per i trenta mesi della durata della condanna secondo alcune fonti, per dieci anni secondo altre come The Guardian) e a Londra vive anche il più giovane dei figli di Becker, il dodicenne Amadeus. Secondo la psicologa dell’età evolutiva Miriam Hoff, “dal punto di vista del bambino c’è solo il desiderio di essere vicino al padre” e, per questo, è “fondamentale che Boris e Amadeus si incontrino il prima possibile”.

Se a tutto questo aggiungiamo che Dirk Hordorff, il più famoso dei vicepresidenti della Deutscher Tennis Bund, è pronto a offrirgli un incarico federale, Boris avrà un bel daffare per trovare un’ora d’aria in mezzo a quello che pare un prossimo futuro ricco di impegni.
 
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CAT_IMG Posted on 21/12/2022, 14:54     +1   -1
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Becker parla per la prima volta dopo il rilascio dal carcere. L’ex campione di Wimbledon era stato condannato a 2 anni e mezzo di carcere per bancarotta fraudolenta e stava scontando la sua pena nel carcere di Huntercombe, in Inghilterra. Poi i suoi avvocati hanno trovato il modo di rilasciarlo secondo la legge per cui i cittadini stranieri condannati a più di 12 mesi di reclusione possono essere rimandati nel paese d’origine.

Nelle scorse ore Boris Becker, che ne frattempo è tornato in Germania, ha parlato della sua esperienza in prigione in un’intervista esclusiva. Per realizzarla, l’emittente Sat1 gli ha staccato un assegno da cinquecentomila euro. Ecco un anticipazione rilascaita dal tabloid tedesco Bild: “In prigione non sei nessuno, solo un numero. Il mio era A2923EV. Nessuno mi chiamava per nome o per cognome ma solo con il numero di matricola, a nessuno frega niente di chi sei”. Ma l’esperienza gli ha insegnato anche tanto, gli ha fatto riscoprire una vecchia parte di sé “Ho ritrovato la persona che ero un giorno, ho imparato una dura lezione, costosa e anche molto dolorosa. Ho capito che le cose accadono sempre per un motivo”.

In carcere Becker svolgeva la mansione di assistente dell’allenatore del carcere, dall’alto della sua esperienza e conoscenza sportiva. Si è rimesso in sesto Boris, si è preso cura del proprio fisico passando ore in palestra. Poi ha atteso il giorno in cui sarebbe stato rilasciato. “Dalle sei del mattino di quel giorno ero seduto sul mio letto, aspettando che la porta si aprisse. Alle 7.30 hanno aperto la porta e mi hanno chiesto: ‘Sei pronto?’ Ho detto: ‘Andiamo!’ Avevo già fatto le valigie da un bel po‘”. Scontati meno di otto mesi nelle prigioni britanniche, Becker è definitivamente rientrato in patria con tanto di jet privato. “Non è soggetto ad alcuna restrizione penale in Germania” ha dichiarato l’avvocato.

L’obiettivo per Bum Bum Becker è rimettere in piedi la propria vita e quella del figlio dodicenne, che si trova tutt’ora a Londra. Ma al momento pare difficile un loro incontro sul suolo britannico, dato che Boris non potrà rimettere piede nel Regno Unito (per i trenta mesi della durata della condanna secondo alcune fonti, per dieci anni secondo altre come The Guardian). Oltre al già citato accordo televisivo, Boris ha già firmato diversi contratti milionari; tra questi uno con Apple Tv che produrrà una docufiction sulla vita del campione: dal paradiso sui campi da gioco all’inferno dietro le sbarre.
 
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CAT_IMG Posted on 4/1/2023, 14:53     +1   -1
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È stato uno dei personaggi più discussi nel mondo del tennis per quanto riguarda le vicende extra campo nel corso dell’ultimo anno. Stiamo parlando di Boris Becker. L’ex campione di Wimbledon finito sulla bocca di tutti per la condanna a 2 anni e mezzo di carcere per bancarotta fraudolenta; condanna non interamente scontata, dato che il tedesco ha passato solamente otto mesi nel carcere di Huntercombe. In quanto cittadino straniero, infatti, gli avvocati di Becker hanno dimostrato che l’ex tennista tedesco rispettava i requisiti richieste delle leggi britanniche per esser rimandato in Germania.

Rientrato in Germania, per Becker sembra essere pronta una nuova avventura. Un mese dopo la fine della sua prigionia (e della sua intervista da mezzo milione di euro), arriva la notizia che il cinquantacinquenne tedesco collaborerà con Eurosport durante il prossimo Australian Open, che prenderà il via il 16 gennaio a Melbourne. Becker ha già lavorato in passato per Eurosport, prima della condanna arrivata nel Regno Unito. Infatti è stato parte della famiglia dell’emitente televisiva a partire dal 2017 sino allo scorso Australian Open, e con questa nuova esperienza ritornerà a lavorare per il gruppo Warner Bros Discovery.

Secondo quanto comunicato da Eurosport Germania, Becker sarà collegato dallo studio di Monaco di Baviera e non viaggerà come inviato in Australia. Becker ritorna con il ruolo di esperto per fornire il suo commento alle sfide del primo Grande Slam della stagione. L’ex numero 1 al monda sarà, inoltre, il protagonista del programma “Matchball Becker”, insieme al presentatore Matthias Stach. Il duo andrà in onda tutti i giorni per ben due volte, alle 8:45 e alla fine della sessione serale per commentare e mostrare gli highlights delle sfide principali di ogni giornata.
 
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CAT_IMG Posted on 26/2/2023, 15:13     +1   -1
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(traduzione dell’articolo comparso su Financial Times a firma di Henry Mance)

“Sono un pessimo passeggero”, dice il sei volte campione Slam e bancarottiere, mentre dà la mancia al cameriere dell’albergo e si dirige verso il posto guida della sua Porsche. Ai tempi in cui giocava, era lui a guidare fino al campo e al ritorno. “Puoi immaginarti Djokovic o Federer fare altrettanto?”

Capisco, gli dico, vuoi essere tu in pieno controllo. Lui mi spiega invece che non si sente al sicuro quando è nelle mani degli altri.

Quindi io e Boris Becker ci ritroviamo in macchina a Monaco di Baviera. Un mese prima, la città era coperta di neve e lui era in galera. Ora sia lui sia la città sono quasi libere da ciò che prima li teneva prigionieri.

Parcheggiamo all’esterno degli studi di Eurosport. Il 55enne afferra il corrimano e inizia a salire le scale. Il suo ginocchio sinistro, usurato dagli anni passati a servire alla grande, è ora di metallo. Così entrambe le anche e la sua caviglia destra. Quando passa attraverso lo scanner di un aeroporto c’è un gran chiasso. Lui scrolla le spalle: il corpo gli faceva più male dieci anni fa.

Becker entra nello studio e si siede su un divano grigio. I suoi capelli sono molto corti e le gambe rilassatamente divaricate. Tutti sono concordi, è come se non se ne fosse mai andato. Almeno in quest’angolo della tv, Boris Becker è tornato.

Alcune volte dice che è stato via. Una volta scherza riguardo alla sua “vacanza”. Ma Becker è troppo vecchio per gli eufemismi. È finito dentro, in gattabuia, in prigione.

Nell’aprile 2022, gli sono stati inflitti due anni e mezzo. Non era riuscito a pagare un debito di tre milioni e mezzo di euro. Un tribunale ha stabilito che aveva infranto per quattro volte le leggi, soprattutto nel non dichiarare che aveva la proprietà della casa dove la madre vive e nell’aver effettuato pagamenti personali per 427.000 euro da un business account.

È stato una delle più clamorose cadute di una celebrità. Becker era stato il più giovane uomo a vincere Wimbledon. Ha vinto 25 milioni di euro in montepremi. È stato il più famoso sportivo in Germania e il tedesco preferito degli inglesi.

In qualche modo è passato dal servire di fronte al Royal Box al lavorare per Sua Maestà. Ha fatto un grande casino prima: una multa per tasse in Germania; un bambino concepito mentre sua moglie era incinta e in ospedale; un divorzio da detta moglie; un farsesco tentativo di diventare un diplomatico della Repubblica Centrafricana. John McEnroe una volta disse che nessun altro tennista aveva dovuto gestire tanta fama quanto Becker. Ma nessuno si aspettava che sarebbe finita così.

Poi c’è stata una tregua. A fine 2022, con le prigioni inglesi piene fino all’esaurimento, Becker è stato liberato anticipatamente. È tornato in Germania sul jet privato di un amico. Ma il mistero rimane. Come ci si può infilare in un casino simile? Becker era un grande volto della BBC per Wimbledon: informato, gentile, educato. Era tutta una finzione?

Ha acconsentito a parlare con il Financial Times, per la sua prima intervista inglese da quando è stato rilasciato. Indossava lo stesso berretto da baseball che aveva in tribunale. Inquadra il suo ritorno a Monaco come un avvertimento per il principe Harry: “Non dimenticare da dove vieni, perché un giorno potresti aver bisogno di tornarci. E i matrimoni non durano per sempre”.

Quando il lavoro giornaliero di Becker è finito, andiamo in macchina a un ristorante bavarese. Dice che probabilmente è il ristorante in cui ha mangiato più volte in vita sua. Fa strano tornare qui?

“No, a sorpresa la sento come una cosa normale. In prigione non ho avuto troppi flashback”, dice con calma. “Dicono che dopo un certo numero di anni il passato ti tormenta mentalmente. Ma sono stato dentro otto mesi e sei giorni, forse troppo poco”.

Inizio a chiedergli del passato. “Che cosa ordiniamo?”, chiede. Scherziamo sulla dieta di Djokovic, il cui coach per tre anni è stato proprio Becker. “La seguiva davvero in modo estremo, tanto che a volte gli dicevo: devi mangiare qualcosa, non puoi vivere solo con l’aria”.

Ci viene data un’area privata, con dei pannelli di legno. “La cella non è troppo più grande di questa sala”, dice. Il giudice che ha inflitto la pena a Becker disse che lui non aveva manifestato segnali di rimorso per quello che aveva fatto. Ora Becker ha un tono differente. “Sono consapevole che mi è stata data una seconda chance”. Si sente lusingato del fatto che Eurosport, Puma e altri partner sono rimasti al suo fianco.

Dentro, ha imparato ad accettare le cose: “Se ti guardi troppo indietro, ti butti giù, accusi la corte o il giudice o Dio o chissà chi, non avrai un grande sollievo. Nel tennis la cosa più difficile è dimenticare il doppio fallo che hai appena fatto o le opportunità perse, molti giocatori non ci riescono. Solo i più bravi riescono a cancellarli dalla testa e guardare avanti alla prossima opportunità. Questo è quello che sto facendo”.

Come ha imparato ad accettare quanto accaduto? “La HMP Wandsworth è una merda. Un posto pericoloso. Dopo la prima settimana ho realizzato che lì si pratica la sopravvivenza, e che se sprecavo energie a pensare al passato, era finita. Avevo bisogno di ogni singola energia mentale per riuscire a sopravvivere ogni singolo giorno. Così non sono impazzito. Il momento in cui arrivano con le chiavi tuttavia lo senti, è un momento che non scordi più”. Ma soprattutto, “Bisogna ammazzare il tempo. Nel mio caso, mentalmente sono abbastanza forte. Ho una buona immaginazione e una buona memoria. Davvero, abiti nella tua testa quando sei dentro”. Si è tenuto occupato pensando a cosa avrebbe fatto se non fosse lì.

La sua fiducia in sé stesso può anche spiegare la sua caduta. Becker ha divorziato dalla prima moglie, Barbara, nel 2001, poco dopo il suo ritiro dal tennis. Si è accordato per un divorzio molto costoso, in più c’erano i milioni da assicurare per la figlia Anna, più altri 6.5 milioni che sono serviti per risolvere il contenzioso col fisco tedesco. Dieci anni più tardi però ha iniziato a saltare i pagamenti – quelli al parrucchiere della seconda moglie Lilly, quelli ai giardinieri della sua villa spagnola, quelli per i propri figli.

Ha ottenuto un prestito di emergenza dal milionario John Caudwell, ma non è riuscito a restituirlo in tre mesi. Il tasso di interesse è salito al 25 per cento. Non ha ipotecato abbastanza velocemente una proprietà. “Non è uno che sa cosa fare quando si parla di finanza”, dice il suo avvocato. Nel 2017, Becker è stato dichiarato fallito. I suoi debiti totali erano di 50 milioni di sterline.

“Pensi che le cose siano scontate negli anni, ti piace ascoltare più le persone che ti adulano di quelle che ti criticano”, dice Becker. Ma rimane fedele alla sua linea. La sua condanna è stata “una stupidaggine. Si è trattato di ingenuità, di cattivi consigli. Non c’erano cattive intenzioni. Non ho nascosto soldi sotto al letto. Non ho nascosto soldi in conti esteri. Ma c’è una cosa che ho imparato: devi prenderti cura delle tue cose”.

Becker è stato trattato bene in galera? Lui sospira. “Se il mio nome fosse Peter Smith, e non avessi vinto Wimbledon a 17 anni, l’accusa non mi avrebbe perseguito con 29 capi di accusa (è stato assolto dalla maggior parte di essi, compresi uno collegato all’aver nascosto i suoi trofei di Wimbledon). Ero uno dei loro casi più noti. Ma se non avessi fatto gli errori che ho fatto, loro non avrebbero avuto un obiettivo”.

Secondo alcuni articoli Becker ha ricevuto un trattamento speciale in prigione, come la possibilità di bere il tè con le guardie. “Spazzatura totale”. Ha intrapreso azioni legali contro chi ha detto che se l’è cavata con poco. “Sì, ho ottimi legali specializzati nei media e sì, ho fatto causa a un paio di giornali, ma è abbastanza!”.

Inizio a mangiare i miei antipasti. Becker addenta un’insalata. A Wandsworth, ha trovato lavoro come insegnante di matematica e inglese. Questo lo ha autorizzato a uscire dalla cella per cinque ore al giorno, “che è quello che vuoi, perché dentro la cella si muore”. Dopo due settimane gli è stato detto che, in quanto straniero, sarebbe stato deportato all’estero. Quindici giorni dopo, gli è stato detto che lo avrebbero trasferito alla prigione di Huntercombe, in Oxfordshire, iniziando da zero. “Non avevo un lavoro dunque rimanevo in cella 22 ore al giorno. C’è un sacco di rumore fuori. La gente che urla, che sbatte le porte, musica. Ero circondato da assassini, spacciatori di droga, rapitori. Te li ritrovi nella stanza accanto. Non è che perché hai fatto reati economici, allora sei in un’altra sezione. All’inizio sei anche spaventato, perché magari trovi uno che ha ammazzato due persone con le sue mani e si deve fare 18 anni ancora. Immagina! Invece diventa il tuo socio. Ho sentito che nelle prigioni in Germania le cose vanno diversamente”.

Per mesi, Becker non poteva chiamare i suoi figli in Germania. Alla fine, ha trovato un lavoro come insegnante di scienza e filosofia, in particolare sullo Stoicismo. Pensa, Becker, che la prigione riabiliti le persone? La risposta è secca: “No”. Tante persone hanno mostrato simpatia per Becker. Il manager del Liverpool, Jurgen Klopp, ha voluto visitarlo, ma in prigione c’era paura per la sua sicurezza. Djokovic ha dato alla compagna di Becker, Lilian Monteiro, e ai figli biglietti per le sue partite.

Ha ricevuto dozzine di lettere scritte a mano, compresa una di tre pagine da Michael Stich, lo storico rivale di Becker. “

Mi sono sentito riscaldare il cuore. Mentre le leggevo, piangevo. L’uomo che ho sempre odiato che mi ha scritto la più bella lettera mentre ero in galera!”

Le lettere gli hanno fatto pensare: “Sì, ho fatto degli errori, ma devo anche aver fatto delle cose buone”. Becker ha detto a Lilian, figlia dell’ex ministro della difesa di Sao Tome e Principe, che avrebbe capito se l’avesse lasciato. “Le ho detto: sei molto più giovane di me, non devi aspettarmi. Ma lei ha detto: siamo una squadra, supereremo questo insieme… Diciamo che in questi casi scopri chi ti ama davvero”.

Becker rifiuta di raccontare come l’ha conosciuta. “Forse in passato sono stato troppo aperto riguardo la mia vita privata. Quindi le ho promesso: nessuno saprà come ci siamo conosciuti, perché lei non è una personalità pubblica. Lei ha un paio di lauree, è una donna intelligente. Non so cosa diavolo ci faccia con me, ma deve amarmi davvero”. Lilian, 32 anni, è “la mia partner per la vita”.

La religione ha aiutato Becker, inoltre. “Là dentro sono diventato molto più credente di prima, questo ti aiuta a non diventare un criminale”. Lo studio della Bibbia il venerdì pomeriggio era un momento saliente. Nei suoi giorni migliori, quelli degli hotel di lusso, Becker doveva prendere pillole per dormire. Ma in prigione, anche se “il materasso era il più piccolo che ho avuto in vita mia… Dormivo bene. Forse avevo bisogno di dormire”.

Ora mangia una bistecca di tonno, mentre io mangio sugo di verdure con sedano. Riguardo al volo privato, Becker insiste: “Le autorità volevano sbarazzarsi di me, perché non tutto quello che accade in prigione è legale. Se ci sono troppi occhi su Huntercombe o Wandsworth, non è buono per la prigione”. A cosa si riferisce? “Non te lo posso dire. C’è una legge non scritta per cui non ne puoi parlare”.

Gli chiedo dei figli, e per la prima volta si destabilizza. I suoi occhi si arrossano. Era solito parlare al suo figlio più grande, il 29enne Noah, in inglese, per isolarlo rispetto ai media tedeschi. Ma non c’era modo di isolarlo quando lui e suo fratello Elias lo visitavano in prigione. “Erano spaventati. E hanno visto che io non lo ero… In qualche modo ora ho più credibilità nei loro confronti”. Il più grande cambiamento è stato con Anna, oggi una modella ventiduenne. “Ho dovuto finire in galera per riuscire a parlarle ogni weekend”. Perché prima non parlavano? “Forse ero troppo timido, o forse lo era lei, o io mi sentivo in colpa, o lei non si sentiva a suo agio nel parlarmi. Non so”. Si tratta di un “cambiamento permanente”. Anna compare nella versione tedesca di “Strictly Come Dancing” [lo show che in Italia si chiama “Ballando con le stelle” n.d.r.]. “Abbiamo parlato di quanto guadagna, si è fidata dei miei consigli sul come bluffare”.

Ma il suo quarto figlio, il 13enne Amadeus, vive con la madre Lilly a Londra, dove Becker non può andare. “Sì, è dura… Ma parliamo su FaceTime un giorno sì e uno no”. Lilly di recente lo ha accusato di essere un “diavolo” per non aver pagato il supporto per i figli. Becker insiste che lui “non è autorizzato” a pagare a causa delle restrizioni cui è soggetto. E il comportamento di Lilly, dice lui, “è davvero poco carino”.

Come lo chiamano i suoi figli? “Papà”. E la sua carriera da tennista? “Non gli interessa”.

Prima di incontrare Becker, ho guardato il filmato della finale di Wimbledon del 1985, gustandomi appieno le sue volée in tuffo e tutte le emozioni che quel match regalò. Dopo aver vinto, un intervistatore a bordo campo mi chiese: “Diamo un’occhiata a quelle ginocchia! Un torneo è mai stato vinto prima grazie alle ginocchia di un giocatore?“. Il ragazzo della piccola città di Leimen era diventato di dominio pubblico.

“Mi vengono ancora oggi i brividi. Quella favola di Wimbledon – un vero e proprio prodigio – che storia incredibile. Ma ormai è finita, e non sono triste per questo. Così come non lo sono per tutto ciò che accadde quel giorno, era impossibile essere totalmente all’altezza. Inoltre a distanza di tanto tempo, mi posso ritenere sollevato dal non dover rivivere certe sensazioni: qualsiasi cosa riuscii a compiere dopo il mio primo titolo a Wimbledon da diciassettenne veniva sempre paragonata a quel trionfo ma era impossibile ripetere qualcosa di simile. Quindi tutto veniva un po’ sminuito perché ero stato dipinto come un prodigio. Ho dovuto perciò semplicemente accettare questa situazione: la vittoria a Wimbledon era alle spalle, apparteneva al passato. Arrivai, dopo queste percezioni negative vissute ad avvertire dentro di me unicamente il bisogno di essere lasciato in pace. Volevo convincere tutti quelli che mi criticavano che non ero stato un prodigio, non volevo essere il migliore, pur di liberarmi del peso di quel costante confronto; ma allo stesso tempo volevo dimostrare che non ero neppure il peggiore. come loro credevano, visto che non stavo soddisfacendo le loro aspettative“.

Dopo aver vinto Wimbledon per la prima volta, Boris mantenne il titolo anche l’anno successivo: “Il secondo trionfo è stato un risultato molto più grande ed importante, ma per gli altri ha avuto un valore minore!“. Grazie a quel secondo successo londinese, divenne numero del mondo superando Ivan Lendl. “La gente dimentica a volte che per diventare il numero uno, deve possedere un po’ di sana arroganza. Devi essere un po’ pazzo e fare cose fuori dalla norma, altrimenti non puoi raggiungere un obbiettivo così prestigioso. Per vincere Wimbledon a 17 anni e poi ripeterti l’anno dopo a 18, devi essere pazzo e ed incredibilmente consapevole dei tuoi mezzi oltre che sicuro di essi per pensare di poterlo fare. Quindi sì, mi definirei un po’ pazzo“.

Dopo aver trovato il successo, Becker trovò anche la conquista sentimentale del cuore delle donne – e inevitabilmente smarrendo parte della concentrazione che lo sport professionistico ai massimi livelli richiede. Le cose si sarebbero sviluppate in maniera differente e dunque evolute positivamente per la sua carriera, se avesse vinto il suo primo titolo Slma quando aveva 20 o 23 anni e perciò ad un’età più matura per affrontare tutto ciò che deriva da un successo di tale portata. Ma aldilà di questo, non ha mai – e mai avrebbe avuto – la spinta motivazionale implacabile che ha invece alimentato per loro intera carriera Nole Djokovic, Rafa Nadal e Roger Federer. “Anche se fossi stato in grado di vincere 22 Slam, perché avrei dovuto farlo?“. Il tennis, all’epoca, non era ritenuto abbastanza per il figlio di un architetto. “A volte non davo il massimo perché semplicemente non ne valeva la pena“.

In che modo avrebbe sfidato e si sarebbe confrontato con Djokovic, Federer e Nadal? “Li avrei affrontati in maniera non politicamente corretta e anticonvenzionale, cosa che ormai è pienamente desueta nel tennis attuale: gli avrei sfidati negli spogliatoi avrei con un commento sulle loro mogli”. Funzionava così, seguendo questo modus operandi quando si confrontava con i suoi rivali, come McEnroe, Lendl o Pat Cash. Scontri che erano “più personali. Dovevate separarci perché altrimenti nello spogliatoio partivano pugni“. I giocatori di oggi sono troppo rispettosi dei loro avversari, dice Boris: “Perdono prima di ancora di entrare in campo! Al termine di ogni partita, tutti si abbracciano. Da quel gesto prima si capiva chi aveva vinto e chi aveva perso. Ora invece non sai chi sta vincendo o chi sta perdendo“.

A questo punto porta la nostra chiacchierata sul tema dei guadagni, e quindi del denaro. Che fine ha fatto e perché ha avuto tutti questi problemi con il fisco? “Non ho mai guadagnato tanto quanto è stato riportato dai media e dai giornali negli anni passati. Basta semplicemente andare a guardare a quanto ammontavano i premi in denaro durante la mia carriera da tennista. 25 milioni di dollari prima che si abbattessero le tasse e i costi extra!” Il suo avvocato ha diversamente dichiarato che in realtà i suoi guadagni in carriera siano assimilabili all’incirca alla cifra di 50 milioni di dollari.

“Non sono stato negligente. Ho fatto anche buoni investimenti, ad esempio nel settore delle concessionarie di automobili, nel settore immobiliare. Sono arrivato ad un certo punto, dove però ero povero di liquidità ma ricco di beni. E in quella situazione, basta un divorzio e poi un altro ancora che il tutto rapidamente si capovolge a tuo sfavore. Non è che io spendessi tutti i miei soldi per acquistare Ferrari e Rolex d’oro. Non è stato così, perché alla fin fine non avevo sufficiente liquidità. Avevo molte entrate, ma allo stesso tempo altrettante spese. Ho dovuto finanziare tre famiglie“.

Dopodiché mi dice che il suo vero sogno era diventare miliardario e poter comprare una squadra di calcio. Inoltre nega le notizie secondo cui avrebbe perso 10 milioni di sterline investendo nel petrolio nigeriano. Ha poi investito denaro acquistando anche 12 ville a Maiorca, e speso 22.000 sterline (circa 25.000 euro) al mese per affittare una casa a Wimbledon durante il periodo del torneo. Era pure, stando alle sue parole “forse troppo generoso” con i regali. Durante il suo processo, è stato visto entrare con tanto di completo Harrods. “La foto fatta uscire sui media è stata in realtà erroneamente spacciata per qualcosa che non era travisando la verità Mi stavo semplicemente nascondendo dai paparazzi. Non ho mai fatto acquisti da Harrods.“.

Per quanto riguarda i pagamenti non autorizzati per i quali è stato condannato, afferma “ho usato quei soldi per pagare il mantenimento dei miei figli e della mia ex moglie, e sostenere mia moglie in quel momento che aveva necessità di liquidità per pagare l’affitto e la parcella del mio medico per l’intervento chirurgico al ginocchio a cui mi ero sottoposto. Infine anche per onorare la parcella del mio avvocato, il quale mi aveva assicurato che io potessi farlo senza incorrere in sanzioni”.

“Il sistema giudiziario britannico è brutale – per tutti! E non ha fatto eccezione per me. Ho rimborsato i 16 milioni di euro per il mancato rimborso di un prestito da 3,5 milioni di euro. Non chiedermi però la mia opinione perché potrei essere arrestato di nuovo se dico quel che realmente penso sull’accaduto. . . Ho perso la mia casa in Germania, il mio appartamento a Londra e la mia casa a Maiorca“.

Ha imparato la lezione? “Quali lezioni dovrei imparare? Che avrei dovuto e devo prestare più attenzione al modo in cui gestivo e gestisco i miei soldi. Sì, certamente. Avrei dovuto avere consulenti migliori? Sì… Quando era il miglio tennista del mondo, chi ascoltavo nei momenti difficili delle mie partite? Ascoltavo me stesso. Inizierò, quindi, a riascoltare esclusivamente il mio buon senso, come accadeva quando era più giovane lontano anni luce dal successo, invece che avere queste decine di consulenti e avvocati che mi hanno fatto solo sprofondare negli abissi. Questo perché in realtà, che ci crediate o meno, mi ritengo abbastanza bravo con i numeri Ad esempio mi sono reso perfettamente conto della cifra che ho dovuto sborsare al mio avvocato per difendermi dalle accuse giudiziarie ricevute e che ho dovuto affrontare. Il risultato finale qual è stato? Dover scontare un periodo di prigione”.

Ha dovuto affrontare 24 accuse, non 29 come riportato da molti, e ha dovuto trascorrere sette mesi e 17 giorni in carcere. È Lilian – l’attuale moglie – ora al comando di tutto? Prima di rispondermi lo vedo contorcersi in viso. “Permetto a lei di essere responsabile perché ha dimostrato di esserne all’altezza. Se avessi avuto questa donna durante la mia carriera, molto probabilmente avrei vinto di più di quello che in realtà ho ottenuto perché mi avrebbe guidato assicurandosi che fossi affamato al punto giusto quando avrei dovuto esserlo“.

Nel 2022, il suo avvocato ha sostenuto che Becker non possedeva “letteralmente nulla” e che non aveva nessuna possibilità di ricostruire la sua carriera imprenditoriale. I tempi sono però cambiati. Si metterà definitivamente alle spalle quest’anno la bancarotta, anche se è tutt’ora in ritardo di circa 400.000 sterline (circa 450.000 euro) sui pagamenti concordati al fiduciario. “Posso nuovamente accumulare denaro? Sì“. I suoi nuovi consiglieri “vedono che il brand Boris Becker è probabilmente più caldo ora di quanto non lo sia mai stato per molto, molto tempo“.

La prigione può essere un punto e virgola, non un punto, proprio come lo è stato per il guru della TV americana Martha Stewart. Boris non ha mai preso in mano una racchetta da tennis dal suo rilascio: “Gioco solo quando è assolutamente necessario.” Evita anche di commentare il tennis femminile, per timore di fare una gaffe. Ma ama lo sport e ama la TV. “Sono già in trattative per fare una serie di talkshow. Boris Becker incontra Arnold Schwarzenegger o Mike Tyson o ancora Michael Jordan.” A proposito di televisione e programmi tv, Apple TV+ trasmetterà presto in streaming un documentario sulla sua vita, diretto da Alex Gibney.

Gli piace anche parlare e discutere di politica. Critica i fallimenti dei parlamentari britannici, incluso Nadhim, e gli affari fiscali di Zahawi. “Devono essere più responsabili delle loro azioni!” esclama, fra l’altro, senza apparente ironia. Padre di quattro figli di etnia mista, Becker ha parlato a lungo del tema riguardante il razzismo. “Ho incontrato molti razzisti in prigione, veri e propri nazisti. Quindi uno dei miei compiti era quello di spiegare ad un razzista il perché sia completamente sciocco pensare che una persona bianca sia migliore a priori di una persona nera. Veniamo tutti dal continente madre africano, quindi tecnicamente chiunque – anche gli stessi razzisti – è allo 0,01 centesimo nero. È tutto qui il punto, questo è il discorso relativo al razzismo“.

“Dovremmo stare tutti molto attenti al modo in cui trattiamo gli stranieri. . . Non siamo tutti un po’ stranieri in realtà?” Bisogna riconoscergli un buon talento da comunicatore e commentatore nel rendere profondo tutto ciò che dice.

Per ora, però non può commentare a Wimbledon. “Mi piacerebbe tornare. . . Sono in contatto con i ragazzi, i quali mi rivogliono dentro, quando mi sarà permesso di tornare. Questo certamente non succederà quest’anno. . . La porta per il futuro invece non è definitivamente chiusa“.

Potrebbe richiedere un permesso speciale per rientrare nel Regno Unito, ma dice di essere preoccupato a ritornarci. La paura di finire di nuovo in prigione? “Dato che sono in licenza fino ad ottobre 2024, rischierei. . . Ci sono lì persone a cui non piaccio… Se si verificasse una situazione sfortunata, al pub, o a causa di incontro fortuito con l’ “amico” di turno sbagliato, oppure ancora se all’improvviso l’ex moglie dovesse impazzire. Tutto può accadere. Tutti mi dicono: Boris, non rischiare”. Mi chiedo se però la sua vera paura sia essere evitato dall’All England Club. Ma lui insiste: “La vita in prigione è una vita di m…, e non voglio ritornarci“.

Becker ha avuto una seconda possibilità dopo il suo caso fiscale in Germania. Perché questa volta dovrebbe essere diverso? “Ancora una volta, dobbiamo chiarire prima di tutto di cosa si tratti. . . Tutti devono combattere con le tasse. E più soldi hai, più diventa complicato“. Si ritorna poi a parlare di 2022, ora lo fa con un atteggiamento meno contrito. “I giurati . . . metà di loro avevano meno di 30 anni, non credo che capissero veramente questa cosa. Questo caso non gli poteva in alcun modo riguardare“.

Cerco di pagare il conto e continuare la conversazione, ma calcolo male e finisco per dare una mancia a Becker del 30 per cento. Fallimento: è più facile di quanto si possa pensare. Sono stato con Becker, seppur ad intermittenza, per otto ore. È più facile parlare con lui che con quasi tutte le altre celebrità che ho incontrato in passato. Appare sincero e libero da qualsiasi freno inibitorio. Ma allo stesso tempo è anche sfuggente. In campo, odiava perdere. Se è visceralmente addolorato dalle sue recenti sconfitte, lo nasconde bene. “Accettazione, accettazione, accettazione”, il suo mantra.

La cultura delle celebrità genera storie di redenzione: rimorso lacrimevole, verrebbe da dire. Ma mi colpisce che Il tennis abbia insegnato a Becker un’altra opzione: la redenzione per amnesia. Puoi immergerti nel passato per una volée in tuffo e, che tu ce la faccia o meno, la folla applaudirà. Puoi essere un set sotto, due set in svantaggio. Ma sarai sempre in grado di ribaltare il match, anche se non giochi meglio del tuo avversario; puoi sempre migliorare. Becker annuisce. “Sono ancora in gioco. Basta solo giocare meglio. Devi solo giocare meglio“.

La fiducia in sé stesso è la sua vera forza. La fiducia in sé stesso è stata però anche la sua debolezza. Conquisti il mondo a 17 anni, e credi di non avere limiti. Torniamo alla Porsche, e lui consegna un’altra mancia. Questo è il suo suggerimento, prima di essere in procinto di salutarci, da riservare al parcheggiatore dell’hotel. Devo essere sincero, mi è enormemente piaciuto aver potuto fare un giro nella Porsche di Boris Becker.
 
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CAT_IMG Posted on 5/4/2023, 14:51     +1   -1
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I successi tennistici e la vita in carcere di Boris Becker approdano in un documentario: ““Boom! Boom! The World vs. Boris Becker” è il titolo del prodotto Apple che avrà lo scopo di raccontare le tappe più importanti della vita del campione tedesco.

Presente il racconto della sua carriera, dai titoli Slam alla vetta del ranking, ma parte del documentario si concreterà sugli ultimissimi anni, caratterizzati da una svolta importante: il carcere. Becker è stato, infatti, condannato a due anni e mezzo di carcere per bancarotta fraudolenta; parte di questi anni sono stati scontati al carcere più duro del Regno Unito.

In occasione della presentazione del documentario, il tennista tedesco ha rilasciato un’intervista a Venerdì di Repubblica in cui ha raccontato la sua esperienza. “In prigione ho imparato ad accettare i miei errori. Anche nel tennis la cosa più difficile è dimenticare gli errori e le occasioni mancate, ma non tutti sono in grado di farlo, solo i campioni ripartono da zero. In cella ho capito anche di aver commesso degli errori, ma li ho pagati, e a caro prezzo. Oggi sono sicuramente più umile, forse anche più intelligente”, ha dichiarato il tedesco.

Nel racconto, Becker precisa che la grande forza mentale non è frutto dell’esperienza in Inghilterra, ma viene del passato: “Come tennista, ho capito che dovevo controllare meglio le mie emozioni, essere meno impulsivo. Il tennis è uno sport molto logico. Non vinci una partita per fortuna o per sorpresa. Se segui le regole, e sei fisicamente in forma, vinci più partite di quelle che perdi”.

Ultimo passaggio su ciò che l’ha colpito in quei mesi in carcere: “Forme di razzismo? Tante, ho incontrato veri e propri nazisti. Ho rischiato di prendere una montagna di cazzotti, ma alla fine mi hanno lasciato stare”, ha raccontato il tennista tedesco, che ora è fuori dalla prigionia e ha commentato gli Australian Open con Eurosport.
 
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CAT_IMG Posted on 23/4/2024, 14:14     +1   -1
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Pensi a Boris Becker, pensi a Wimbledon e non può essere altrimenti. Il tedesco nel 1985 diede inizio alla sua favola alzando il trofeo al cielo al Centre Court. Fu il più giovane campione della storia a 17 anni a conquistare uno Slam di singolare maschile.

L’anno prossimo ricorrerà il 40° anniversario da quella data straordinaria, inizio della sua storia d’amore con Wimbledon, che durerà tutta la vita. Il tennista tedesco vorrebbe tornare lì per festeggiare questo meraviglioso momento tennistico, ma deve prima convincere il Ministro degli Interni britannico ad accettare di lasciarlo rientrare nel paese, vista la condanna penale, già scontata, per bancarotta.

“Mi manca Wimbledon – dice Becker al Telegraph Sport – è il mio torneo preferito, il più bello. Sto lavorando su tutti i fronti per tornare l’anno prossimo, nel 2025”.

Sedici mesi dopo il suo rilascio dalla prigione, Becker è libero di fare quasi tutto ciò che vuole, tranne che varcare i cancelli dell’All England Club.

È stato assente nelle ultime due edizioni di Wimbledon: nel 2022 stava scontando 231 giorni di una pena detentiva di due anni e mezzo nel Regno Unito, dove ha ricevuto minacce di morte durante la sua permanenza all’interno. Poi, l’anno scorso, le condizioni di rilascio gli hanno vietato di entrare nel Regno Unito.

Tale divieto può durare fino a 10 anni in alcuni casi, ma Becker tuona su questa legge e insiste sul fatto che già a partire da ottobre possa richiedere il visto per rientrare nel Regno Unito a partire da ottobre: “Dicono che dovrei far trascorrere 10 anni – tuona il tedesco – prima di poter tornare nel Regno Unito, ma questo è una fake news. Per quanto mi riguarda, dopo l’ottobre 2024, potrò ricevere il permesso dal Ministero degli Interni. Loro decidono, io non decido”.

Il tedesco ricorda con gioia l’All England Club uno dei suoi posti preferiti al mondo. Ha vinto tre titoli negli anni ’80, diventando sei volte campione major. È stato per molte edizioni un opinionista e commentatore molto amato anche per la BBC e spera di lavorare di nuovo per loro, anche se non ha ancora piani precisi per il 2025.

Per un certo periodo ha vissuto anche a pochi minuti a piedi dal club. L’attesa che prova di ricongiungersi con l’erba verde della sua “casa adottiva” è palpabile durante questa intervista rilasciata a Madrid in qualità di membro della Laureus Academy.

“Sono il più grande fan di Wimbledon – dice Becker – conosco i dettagli come giocatore, come allenatore e come commentatore. Alla fine vuoi varcare i cancelli della SW19 e annusare di nuovo il profumo delle ortensie. Sto vivendo di nuovo la bella vita e sono tornato“.

Uno dei principali aspetti positivi che ha riscontrato nell’ultimo anno è stato il modo in cui la comunità del tennis lo ha accolto a braccia aperte: “Non ci sono state domande sul vissuto recente in carcere ed è stato davvero come se mi stessero aspettando. Conoscono il vero Boris, conoscono me nella buona e nella cattiva sorte. Se vincevo o perdevo, in un certo senso ero comunque un compagno di squadra”.

Poi parla del momento attuale del tennis e chissà che Becker non faccia un pensierino a Novak Djokovic rimasto senza allenatore dopo l’addio a Ivanisevic. Il serbo era stato guidato dal tedesco dal 2013 al 2016, ma afferma fermamente che questa volta non sarà disponibile. Dalla fine dello scorso anno ha allenato per quattro mesi il giovane danese Holger Rune, ma ha detto che si è trattato di “un lavoro più impegnativo del previsto”.

Comunque sosterrà Nole: “Penso che stia cercando qualcosa di diverso in questo momento. Non sono sicuro che sappia esattamente di cosa si tratta. Sarà sempre un mio caro amico, parliamo sempre di tennis. Ma non potrei essere di nuovo il suo allenatore, perché l’ho fatto. Sarebbe fare un passo indietro. Sono rimasto sorpreso dalla sua decisione a Madrid. Penso che in questa fase abbia bisogno di partite. Ha bisogno di sfide. Ma ha il suo programma. Penso che vincere l’oro per la Serbia alle Olimpiadi di Parigi sia il suo torneo principale, quindi forse sta già programmando di essere ancora fresco per luglio. Questo potrebbe essere un motivo. Non puoi mai sottovalutarlo o escluderlo”.

Becker guarderà tutto, per ora da lontano, quando si tratta di Wimbledon. Ma le ortensie viola lo aspetteranno ogni volta che ritornerà.
 
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11 replies since 30/4/2022, 14:07   133 views
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