Andy Roddick Italian Fans Forum - Tennis passion

SUPERBO(W)L NEWS

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CAT_IMG Posted on 9/7/2021, 00:36     +1   -1
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Matteo Berrettini non è l’unico tennista italiano in semifinale a Wimbledon in questo 2021. Eh sì, perché nella competizione di doppio in semifinale ci è arrivato anche il nostro Simone Bolelli, n. 46 della classifica ATP di specialità, che in coppia con il suo compagno fisso Maximo Gonzalez è arrivato a giocarsi l’accesso al match decisivo dei Championships, salvo poi uscire sconfitto in tre set (6-4, 6-4, 7-6) contro la coppia ispano-argentina composta da Marcel Granollers e Horacio Zeballos.

“Loro hanno giocato meglio e noi abbiamo sbagliato di più del normale – ci ha raccontato Bolelli subito dopo la fine della partita – ci hanno messo pressione nei momenti importanti, servendo con grande costanza. L’unico set nel quale abbiamo avuto più spazio è stato il terzo, nel quale il tie-break è stato lottato. Però non mi aspettavo un risultato così buono sull’erba, dove ho sempre giocato in singolare, ma pochissimo in doppio. D’altronde quando giocavo anche il singolare, venire a Wimbledon e giocare singolare e doppio, tutti e due 3 su 5 è molto dura, per cui l’erba in doppio la conoscevo molto poco”.

E sembra che quest’anno abbia imparato a conoscerla bene, perché dopo la vittoria all’ATP 250 di Mallorca, che segue al titolo sulla terra conquistato a Parma e alle finali conquistate a Cagliari e Ginevra, c’è stata questa bellissima semifinale: “Stiamo giocando davvero bene, abbiamo trovato una buonissima costanza e un ottimo livello di gioco”.

Con questo stato di forma e questi risultati, molti appassionati si sarebbero aspettati di vedere Bolelli nella lista dei designati per le Olimpiadi di Tokyo 2020, in programma tra pochi giorni, ma invece a giocare in doppio saranno i quattro singolaristi: Berrettini sarà in coppia con Fognini, mentre Sonego farà coppia con Musetti, che all’ultimo minuto ha sostituito Sinner dopo che quest’ultimo ha annunciato il suo chiacchieratissimo forfait. “Non ci sono state conversazioni su una mia eventuale partecipazione olimpica – ha chiarito subito Bolelli – Sono stati nominati i quattro singolaristi. Se loro vogliono giocare il doppio penso abbiano la precedenza e quindi giocheranno loro. Ora Jannik si è tolto e giocherà Lorenzo e quelle saranno le coppie, giocheranno loro singolo e doppio. I nostri quattro singolaristi sono molto forti, e hanno una classifica che permette loro di giocare, se vogliono. Quindi è andata così”.

Ricordiamo che alle Olimpiadi è possibile partecipare al doppio con la classifica combinata, ovvero con la migliore posizione tra il proprio ranking di singolare e quello di doppio, e la somma del ranking combinato dei due giocatori stabilisce la posizione che viene utilizzata per compilare la entry list. Inoltre bisogna sempre mantenersi entro il limite massimo di partecipanti per nazione, che è di quattro singolaristi e massimo sei atleti in totale.

“Da parte mia ho giocato le Olimpiadi nel 2008 a Pechino – ha concluso Simone – è stata una grandissima esperienza, queste di quest’anno saranno diverse da quello che sento, con tutte le restrizioni che ci saranno. Io vado avanti per la mia strada, ora mi allenerò un po’ e farò tutta la tournée americana, partendo da Washington, poi Toronto, Cincinnati e US Open. Siamo iscritti anche sulla terra ad Amburgo la settimana prossima, ma non so se giocheremo, dato che abbiamo giocato per parecchie settimane consecutive”.
 
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CAT_IMG Posted on 22/2/2022, 14:46     +1   -1
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L’attesa è stata lunga ma finalmente, dopo oltre sette anni, il duo formato da Fabio Fognini e Simone Bolelli è tornato a dare lustro al tennis italiano. Il loro ultimo successo come coppia risaliva infatti al 31 gennaio del 2015, giorno in cui conquistarono il primo e finora unico trofeo del Grande Slam agli Australian Open (superarono in finale i francesi Herbert e Mahut).

Ieri sera – anzi notte qui in Italia – è arrivata la vittoria all’ATP 500 di Rio de Janeiro per i due azzurri, che l’hanno spuntata sugli ex numeri 1 del mondo Jamie Murray e Bruno Soares, vincitori di due titoli Major nel 2016. Solo poche ore prima, il ligure e l’emiliano avevano prevalso sulla coppia formata da Santiago Gonzalez e Andres Molteni. Con un break nell’undicesimo gioco, Fognini e Bolelli si sono garantiti la possibilità di servire per il primo set (7-5) e portarsi avanti nella partita, salvo farsi raggiungere concedendo agli avversari la vittoria del tie-break nel secondo parziale (6-7). La stoccata finale è arrivata nel super tie-break del terzo (10-6), che ha consegnato il primo titolo stagionale e quarto in carriera insieme ai due italiani.

Terminata la partita, Fabio Fognini e Simone Bolelli hanno rilasciato le loro prime dichiarazioni a caldo. Ha cominciato Bolelli, che ha esaltato le doti fisiche e atletiche del suo compagno: “Fabio è incredibile – ha detto il bolognese − , ha giocato i singolari tutta la settimana con un sacco di ritardi a causa della pioggia, ma non ha rinunciato al doppio ed eccoci qui con il titolo” .

Non è stata una spedizione molto facile, in effetti, per il 34enne di Sanremo (e non solo) quella di Rio de Janeiro. Numerose sono state le gare interrotte a causa della pioggia con il calendario che ne è uscito stravolto. Ecco perché Fognini, appena il giorno prima della finale contro Murray e Soares, ha dovuto giocare ben due partite a distanza di qualche ora tra cui la semifinale in singolare contro il futuro vincitore del torneo Carlos Alcaraz. Grazie a una condizione fisica ritrovata e alla grande spinta del pubblico, però, l’azzurro ha recuperato le forze necessarie per portarsi a casa il titolo in doppio con Bolelli: “Mi dispiace per Bruno [Soares], so quanto significa per un brasiliano vincere a Rio. Amo giocare qui, i tifosi mi hanno trasportato per tutta la settimana, fino a questo titolo” ha commentato Fabio Fognini.
 
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CAT_IMG Posted on 3/3/2022, 15:14     +1   -1
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L’azzurro della Nazionale ce l’ha addosso da 15 anni e soltanto dieci tennisti possono vantare più convocazioni di lui. Simone Bolelli – anche per l’assenza di Fabio Fognini, compagno di doppio con cui ha trionfato di recente a Rio de Janeiro – è la chioccia del rinnovato (e un po’ rimaneggiato) gruppo azzurro di scena a Bratislava. E la sua esperienza di Coppa Davis, al netto dei tempi e dei format che cambiano, è un’alleata preziosa per il quasi coetaneo capitano Filippo Volandri per disinnescare l’insidia slovacca nella sfida del 4-5 marzo (qui il programma della due giorni di Bratislava).

“Il gruppo è sempre stato unito – racconta il trentasettenne bolognese al sito ufficiale della Federtennis -, l’obiettivo è integrare adesso i ragazzi più giovani, ma con loro andiamo molto d’accordo e hanno voglia di fare team. Per Sinner e Musetti, alla loro età (Lorenzo festeggia proprio oggi 20 anni, ndr), far già parte stabilmente della squadra di Davis è un’ottima cosa. Anche Filippo si è integrato benissimo nel nuovo ruolo di capitano, ci conosciamo da tanti anni, cerca di gestirci al meglio e di avere ogni aspetto sotto controllo. Sa cosa deve fare“. Come ‘sesto uomo‘ inoltre, in questa sfida ci sarà anche il 19enne Flavio Cobolli.

AVANTI ANCORA – A quasi 37 anni e con il doppio che è diventato il suo unico terreno di caccia, Bolelli ha ancora voglia di allenarsi, viaggiare, competere per garantirsi un tramonto di carriera divertente e stimolante. “Non so per quanti anni ancora giocherò, ma credo almeno due – racconta – perché c’è l’entusiasmo e sono in un buon momento. Aver vinto a Rio in coppia con Fabio è stata una bella soddisfazione e mi dispiace davvero che non sia qui per un infortunio. Io cerco di godermi finché posso il campo, i momenti, i tornei, le vittorie e le sconfitte che ci saranno, perché fanno parte del gioco. Il futuro poi sarà in mano a una generazione azzurra molto forte, una materia prima buonissima valorizzata anche dei maestri che hanno fatto crescere questi ragazzi, degli staff che hanno intorno e delle sinergie attuate dalla federazione“.

ASPETTATIVE – Un tale concentrato di talento si traduce chiaramente anche nella voglia di puntare al successo finale in Davis, dopo l’appuntamento con la semifinale fallito nel girone torinese delle Finals 2021. “Probabilmente un po’ di pressione c’è intorno alla nostra Nazionale – è l’analisi di Bolelli -, soprattutto se guardiamo il ranking (questa volta non fa parte della spedizione il numero 7 ATP Matteo Berrettini, che si sta allenando in Florida). Chiaramente il campo è un’altra storia, ma possiamo pensare in grande se facciamo bene partita dopo partita. Adesso dobbiamo solo essere concentrati e superare la Slovacchia per qualificarci alle Finals. Guardando a lungo termine abbiamo una squadra forte alla quale nessun traguardo è vietato, ma dobbiamo pensare solo ai match di venerdì e sabato“.
 
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CAT_IMG Posted on 24/6/2023, 13:13     +1   -1
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In una giornata in cui sia Musetti sia Sinner sono stati eliminati, a tenere alti i colori azzurri ci ha pensato qui ad Halle il doppio composto da Simone Bolelli e Andrea Vavassori. I due hanno giocato una partita nel primo set dominata ma poi fattasi molto complicata per il rientro degli avversari, il doppio composto dal brasiliano Marcelo Demoliner e dal tedesco Andreas Mies. Riusciamo a ottenere una breve intervista esclusiva, nel lussuoso albergo dei giocatori, situato proprio all’interno dell’impianto di Halle.

Avete raggiunto la finale, raccontateci le vostre emozioni.
Vavassori: “Siamo molto felici, non dovevamo nemmeno essere qui all’inizio, siamo riusciti a entrare all’ultimo, ma abbiamo fatto degli ottimi allenamenti in queste due settimane sia a ‘s-Hertogenbosch che qui e anche delle belle partite: nel primo turno abbiamo anche annullato un match-point, oggi è stata forse la nostra miglior partita, poteva finire anche in due set.”

Oggi nel primo set stavate dominando, poi siete calati al servizio: cosa è successo?
Bolelli: “Stavamo giocando meglio, sfruttando le poche occasioni avute. Poi può succedere di calare e allo stesso tempo crescono gli avversari: dopo il contro break subito siamo rientrati in partita, ma il tie-break del secondo set è partito male e finito peggio (l’hanno perso per 7-0, nda). Dopo però al super tie-break siamo partiti carichi, servendo molto bene: questo ha fatto la differenza.”

Ora pensiamo alla finale, qual è la coppia più temibile?
Bolelli: ”Su questa superficie sono doppi molto lottati, dopo il servizio si scambia molto poco, c’è pochissimo margine. Entrambi i possibili avversari sono temibili. La coppia tedesca Otto/Struff ha nel primo un grande battitore e nel secondo uno che serve bene e risponde benissimo. L’altra (Melo/Peers, nda) è una coppia collaudata di doppio. Noi sappiamo quello che dobbiamo fare e in finale daremo tutto”.

Il vostro obiettivo è vincere una prova dello Slam?
Vavassori: “Beh, già fare una finale al secondo torneo insieme è molto positivo, stiamo cerscendo come coppia, abbiamo preparato benissimo Wimbledon perché abbiamo fatto tante partite sull’erba. Poi vediamo che cosa succederà”.

Simone, qual è il tuo personale giudizio della tua carriera in singolare? Hai qualche rimpianto? Ad esempio i cinque set giocati con Nishikori a Wimbledon 2015?
Bolelli: “Sì quella è stata una delle partite più belle che ho giocato, purtroppo l’ho persa, ma sinceramente non ho rimpianti. Ho fatto il massimo che potevo, ho avuto momenti belli e altri meno, ho subito tre operazioni dalle quali mi sono sempre ripreso. Ho fatto la mia carriera, mi sono divertito e adesso cerco di fare il massimo anche in doppio finché avrò voglia.”

Andrea, nel singolare qual è il tuo obiettivo da qui alla fine dell’anno?
Vavassori: “Il singolare per me è importante quanto il doppio, l’obiettivo è centrare la Top 100. Devo lavorare bene e alzare il mio livello, vincere più partite possibili.”
 
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CAT_IMG Posted on 26/11/2023, 23:51     +1   -1
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Simone Bolelli è stato l’unico dei convocati a Malaga a non essere mai sceso in campo, eppure la sua esperienza avrà certamente aiutato i ragazzi di Filippo Volandri a gestire momenti non semplici e, soprattutto, nuovi per tutti. Nessuno, infatti, poteva contare sugli anni in azzurro di Simone, che per 15 anni ha vestito la maglia della nazionale, spesso anche insieme a Fabio Fognini, oggi vincitore del Challenger di Valencia e a cui Bolelli ha voluto dedicare il successo.

“Ci tenevo, ci speravo, sapevo che questa poteva essere la volta buona“ – ha dichiarato il bolognese ai microfoni di Sky Sport. “Siamo partiti da Bologna con grandi sofferenze, siamo arrivati qui salvandoci nei quarti al doppio e in semifinale con Jannik che annulla tre match point. Tutti segnali che ci hanno fatto capire che poteva essere la volta buona. Io ho fatto poco, gli altri ragazzi hanno fatto capire di essere dei campioni. Sono contento per Arnaldi perché, dopo aver perso con l’Olanda con tre match point a favore, aveva bisogno della vittoria di oggi. Spiace per Musetti che ha perso ieri, ma avrà sicuramente altre possibilità per rendersi protagonista” – ha detto Simone, che ha poi voluto ricordare anche chi a Malaga non è stato protagonista.

“Jannik sta giocando un tennis pazzesco, lo ha dimostrato in questi tre giorni. Vorrei poi fare dei ringraziamenti. Uno alla mia famiglia, soprattutto a mio padre, che sta attraversando un momento non semplicissimo e non poteva essere qui. L’altro è a mio fratello Fognini, ho passato con lui quindici anni di Davis, un ringraziamento speciale a lui, oggi ho visto che ha vinto un Challenger, gli auguro di tornare ai suoi livelli perché se lo merita” – ha concluso Bolelli.
 
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CAT_IMG Posted on 25/1/2024, 15:33     +1   -1
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Una grande emozione! Simone Bolelli e Andrea Vavassori hanno conquistato la finale dell’Australian Open al termine di una gara molto combattuta con i tedeschi Hanfmann e Koepfer. E’ la terza coppia italiana a riuscire a disputare una finale di Slam: prima di loro ci sono riusciti Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola e quella composta dallo stesso Simone Bolelli e Fabio Fognini. Ecco le loro dichiarazioni in conferenza stampa. “E’ una grandissima emozione – spiega Bolelli – aver centrato una finale Slam. Siamo partiti molto bene e abbiamo disputato un grandissimo primo set. Nel secondo set, invece, tutto è girato in un game, il primo e non abbiamo avuto più chance vere per rientrare. Poi nel terzo set siamo stati un paio di volte sotto 0-30 ma siamo stati davvero bravi a risalire. Ma in generale è stata una partita che si è decisa per pochi punti. Abbiamo avuto un matchpoint sul 5-4, ma non siamo riusciti a chiudere. E’ stata una partita molto dura e siamo riusciti a mantenerci vivi per pochi punti. Loro sono una buona coppia, avevano dimostrato di essere in forma e di saper giocare molto bene insieme. Sono due grandi giocatori e l’abbiamo portato a casa con grande determinazione. Adesso ci godiamo questa bella emozione: domani riposeremo e ci prepareremo al meglio studieremo per la gara di sabato”.

Andrea Vavassori è raggiante: “E’ stata una partita di nervi: abbiamo servito bene durante la partita e siamo rimasti sempre attaccati al set anche nel secondo parziale. Abbiamo giocato molto bene e sul 4-4 siamo stati sotto 0-30. A quel punto la gara poteva sterzare a favore loro. Ma poi ci ha pensato Simone mettendo sempre la prima in campo a ribaltare la situazione. Lì è stato molto bravo a gestire quel momento. In generale abbiamo rispettato il piano partita e siamo pronti a prepararci al meglio. Ho fatto i quarti al Roland Garros, adesso questa grande emozione della finale. Io ci ho sempre creduto e ho sempre pensato di poter arrivare fin qui. Ci provo sempre e tutto può accadere, questa è la mia filosofia e il tennis è così. A volte ti toglie, altre ti regala grandi emozioni”.

Uno dei colpi più spettacolari del match l’ha vinto la coppia tedesca dopo una volee dietro la schiena di Hanfmann, colpo davvero pazzesco: “E’ stato – spiega Bolelli – davvero pazzesco. Anche perché avevamo risposto molto bene e si sono tolti da questa difficoltà con un colpo pazzesco. Soprattutto per il momento è stata davvero incredibile”. Le regole dello Slam sono diverse rispetto a quelle dei tornei di doppio del circuito: “Negli Slam sei più tranquillo – specifica Vavassori – perché hai margine per recuperare. Sia sul 40-40 che nel non disputare supito il super tie-break hai più chance per recuperare. Anche se noi siamo una coppia che è abituata a chiudere in due set. Però ci piacciono queste sfide dello Slam, per l’atmosfera, ma per la possibilità di giocare con meno tensione sul piano del punteggio”. Si tratta davvero di un gran momento per il tennis italiano: “Assolutamente sì – afferma Bolelli – il momento del tennis italiano è davvero strepitoso. Merito di Jannik sicuramente che sta tirando su tutto il movimento tennistico e dietro di sé sta trascinando altri giovani. Perché è un esempio per i giovani. I vari Cobolli, Zeppieri hanno dimostrato anche qui di poter contare. La Davis, la semifinale Slam da disputare di Jannik, la nostra finale: godiamoci questo momento”.
 
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CAT_IMG Posted on 22/2/2024, 15:10     +1   -1
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Basterebbe, e avanzerebbe, un titolo Slam e un ATP 500 per affermare senza paura di essere smentiti che il primo scorcio di 2024 è stato ottimo per il movimento maschile italiano. Basterebbe Sinner per essere soddisfatti, insomma. Eppure concentrarsi su un unico giocatore, per quanto forte possa essere, potrebbe essere fonte di distorsioni nei discorsi e nei giudizi che si propongono di valutare l’intero settore. Non è però il caso dell’Italia.

Sia chiaro, non è tutto oro: il periodo horror che sta attraversando Musetti e la discesa – per il momento senza freni – di Berrettini in classifica sono note negative rumorose. Ma nella sezione delle buone notizie non compare solo il nome di Jannik. Senza dimenticare, infatti, i progressi di Cobolli e Darderi (lui si sente argentino, ma sta di fatto che l’Italia è l’unico Paese a quota tre tornei di singolare vinti nel circuito maschile quest’anno anche per merito suo), ciò di cui possiamo andare più orgogliosi è che, al 21 febbraio, abbiamo non solo il singolarista ma anche la seconda coppia di doppio più in forma del mondo.

Se ciò che sta facendo Sinner è senza precedenti o quasi nella storia del tennis italiano, i risultati che stanno ottenendo Bolelli e Vavassori – reduci dal successo in quel di Rio dopo la finale all’Australian Open – hanno sicuramente un peso specifico diverso ed è sicuramente più facile risalire a traguardi simili negli almanacchi – nemmeno troppo impolverati – del nostro movimento. Allo stesso tempo, però, ci sono solidi presupposti per scrivere pagine del tutto inedite anche nei capitoli dedicati al doppio. Quella di Bolelli e Vavassori, insomma, non è soltanto la combinazione di due storie personali da cui trarre ispirazione per la passione e per l’impegno messi al servizio di questo sport. Simone e Andrea rappresentano una risorsa di enorme valore per il tennis italiano, di cui forse non ci si è ancora resi pienamente conto. E lo sono per tre ordini di motivi diversi.

1) Olimpiadi: una carta da medaglia per fare la storia
Mancano ancora quattro mesi al momento in cui la classifica di doppio determinerà i primi qualificati alle Olimpiadi di Parigi, a cui seguiranno le candidature presentate dalle Federazioni nazionali per occupare i posti rimanenti. Già ora possiamo però dire che non ci dovrebbero essere ostacoli alla presenza di Vavassori e Bolelli nel tabellone olimpico. Rientrare tra le prime otto teste di serie o comunque tra i dieci accessi diretti sarà difficile visto che attualmente Andrea – il primo dei due nel ranking – occupa la 23esima posizione (il suo miglior piazzamento) ed è a più di 2500 punti dalla zona qualificazione automatica. La classifica combinata degli azzurri (Simone è al momento numero 28) rappresenterà però con tutta probabilità il loro lasciapassare.

Oltre a Sinner nel singolare maschile (e perché no Paolini/Errani nel doppio femminile), l’Italia disporrà quindi di un’altra importante carta da medaglia, come non ha mai avuto nelle ultime edizioni. Per risalire a una coppia italiana presente nell’elenco delle teste di serie bisogna tornare a Sydney 2000 con Bertolini/Brandi. Nel 2016 a Rio, invece, il tandem Fognini/Bolelli fu rotto dall’infortunio al ginocchio di Simone e Fabio giocò con Seppi: furono sconfitti ai quarti da Nestor/Pospisil. E proprio i quarti di finale hanno fin qui rappresentato il “non plus ultra” per il doppio italiano alle Olimpiadi. Per questo una medaglia sarebbe un risultato storico che segnerebbe una prima volta nella specialità e che andrebbe a rimpinguare a 100 anni di distanza il medagliere olimpico del tennis italiano, fermo al bronzo di De Morpurgo ottenuto nel 1924 proprio a Parigi.

2) Coppa Davis: molto più di una semplice alternativa
Lo scorso novembre l’Italia si presentava a Malaga tra le prime favorite per la vittoria finale. E lo faceva senza ancora aver scoperto di avere una coppia di doppio veramente affidabile e affiata come poi è stata quella composta da Sinner e Sonego. Si è così apparentemente conclusa l’esasperante ricerca di un duo in grado di cancellare la sensazione di partire ogni volta da 0-1 e di dover quindi vincere entrambi i singolari per aggiudicarsi i tie ridotti a tre match invece dei tradizionali cinque della vecchia Davis (effettivamente tra novembre 2019 e settembre 2023 l’Italia aveva perso tutti i doppi giocati da una coppia diversa da Bolelli/Fognini).

Nel giro di meno di due mesi siamo quindi passati dalla penuria alla sovrabbondanza, proprio a seguito delle affermazioni di inizio stagione di Bolelli e Vavassori, di cui avremmo avuto sicuramente più bisogno nella semifinale del 2023 contro l’Australia quando Volandri fu quasi costretto a schierare un Berrettini in condizioni precarie nel doppio decisivo. Simone e Andrea, però, possono essere fondamentali anche in questo contesto. Avere due coppie di doppio collaudate è un lusso che possono permettersi pochissime nazionali (sicuramente l’Australia e in parte Croazia, Gran Bretagna e Germania) e che può risultare decisivo a fronte di assenze o infortuni che altrimenti potrebbero avere forti ripercussioni sul risultato finale.

Posto che gli infortuni non sono preventivabili per nessuno, il caso dell’Italia e della sua coppia titolare è di quelli che si portano dietro la necessità di un’alternativa affidabile: avere un top player come Sinner ha infatti tra le sue (poche) controindicazioni quella di non essere certi di averlo sempre a disposizione, specie quando ci sono gli Slam di mezzo. Come l’anno scorso, il girone di qualificazione alle Finals si disputerà nella settimana successiva allo US Open e ciò significa che non si può dare affatto per scontata la presenza di Jannik a Bologna. Oltretutto, anche dovesse esserci, non sarebbe ottimale stressarlo eccessivamente schierandolo sia in singolo che in doppio. Un giocatore come lui va infatti sfruttato ma anche preservato.

Lo stesso discorso vale per l’eventuale fase finale, in cui da un lato c’è sì la formula a eliminazione diretta, ma dall’altro anche l’esigenza di gestire gli sforzi per evitare il rischio di arrivare alla domenica della finale con giocatori spremuti nel corso della settimana. In tal senso, Volandri ha dalla sua il regolamento che permette di convocare cinque giocatori: anche in caso di presenza di Sinner, il capitano azzurro potrebbe chiamare Bolelli e Vavassori conservando così lo spazio per il secondo singolarista, che avrebbe come riserva Sonego, a sua volta pronto per il doppio con Jannik.

3) Finals: obiettivo fattore campo
Per ultimo, ma solo in ordine cronologico, c’è l’appuntamento con le Finals di Torino. Nelle sue 49 edizioni (cinque in meno rispetto a quelle del singolare), il Master di doppio ha ospitato solamente una coppia italiana: Bolelli/Fognini nel 2015 a Londra. Era l’anno che i “Chicchi” iniziarono con il successo all’Australian Open, proseguendo poi con tre finali a livello 1000 e con la semifinale al Roland Garros. Con questi risultati Simone e Fabio ottennero la qualificazione con il quinto posto nella Race. Alla O2 Arena di Londra furono poi eliminati nel round robin dopo due sconfitte e una vittoria. Da quel momento non ci sono mai state altre occasioni concrete di qualificazione alle Finals di doppio per l’Italia, se non nel 2022 nuovamente con Bolelli e Fognini che durante l’estate erano entrati per alcune settimane in zona qualificazione.

Adesso siamo appena al secondo mese della stagione ma Vavassori e Bolelli sono addirittura secondi nella Race verso Torino (+1070 punti sul nono posto). La strada è ancora lunghissima, ma l’obiettivo da raggiungere è ben definito nella testa della coppia italiana. Sarebbe un risultato storico vista la limitatezza dei precedenti (con la possibilità di compiere per la prima volta il passo oltre il girone eliminatorio) e, soprattutto, sarebbe un modo per colorare ulteriormente di azzurro un evento che dal 2021 ha trovato la sua casa a Torino (città natìa di Vavassori, tra l’altro) e che nell’ultima edizione ha assistito all’entusiasmo travolgente del pubblico di casa per le prestazioni di Sinner, pronto a tornare al Pala Alpitour per prendersi quanto sfuggitogli a novembre in finale.

Ed ecco che riemerge alla fine del nostro approfondimento il minimo comun denominatore dei discorsi sul movimento maschile italiano: Sinner da un lato e Bolelli/Vavassori dall’altro. Le eccellenze del nostro tennis.
 
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516 replies since 11/11/2008, 18:17   2099 views
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